Le didatticomiche, 1

Dialogo inter-trans-multi stellare a ridosso di pandemia e DaD

Alieno Qxhl, dal pianeta B2 di Alpha Centauri: “Ho sentito che lì da voi, in Italia, molti studenti non imparano più l’italiano e matematica”.

‘Esperto’ 1: “Sì, dipende dal fatto che gli insegnanti spiegano, fanno lezione, usano metodologie didattiche obsolete. Evidenze empiriche indiscutibili ci dicono che l’unico apprendimento valido è quello autonomo, che otteniamo anche grazie alle grandi opportunità offerte dagli ambienti di apprendimento digitale”.

Qxhl: “Quindi nel periodo in cui non sono stati in classe (abbiamo sentito parlare, qui da noi, di una certa DaD) gli studenti hanno imparato di più, grazie alle innovazioni metodologiche? Com’erano messi quando hanno ricominciato a fare scuola in presenza?”.

Esperto 1: “Ma no, che c’entra, lo strumento era ottimo, è che come le dicevo gli insegnanti sono vecchi e non hanno saputo sfruttarne le potenzialità”.

Qxhl: “D’altra parte, a distanza, la relazione…”.

Esperto 1: “No, guardi, la relazione non c’entra niente. Noi abbiamo superato questa visione da libro Cuore, dove lo studente studia per merito dell’insegnante. La preparazione, la passione che si trasmette, la psicologia: tutte chiacchiere; magari qualcuno si mette a tirare fuori pure la questione del carisma, andando avanti di questo passo…È tutta una questione di metodologie. Vecchie, le dico, vecchie, quelle degli insegnanti. Innovare, innovare!”.

Qxhl: “Sa che su B2 abbiamo avuto lo stesso problema? I nostri studenti imparavano sempre meno. Poi abbiamo capito due cose: che per insegnare occorreva tempo, cioè che se non si dà agli insegnanti il tempo di insegnare e agli studenti tempo di imparare (pensi che spesso succede anche l’opposto, e che gli studenti si aiutino l’uno con l’altro: ma non abbiamo ritenuto necessario dare un nome specifico a questi fenomeni normalissimi) difficilmente c’è un apprendimento; e che meno si lavora sui contenuti disciplinari, qualunque strumento si usi per farlo, meno quei contenuti possono essere acquisiti, assimilati, rielaborati. Infatti come prima misura abbiamo ridotto il numero di studenti per classe (pensi, ne avevamo fino a 34), in modo che gli insegnanti potessero dedicare più tempo a ciascuno di loro. E devo dire che le cose vanno molto meglio”.

Esperto 1: “Certo che lei viene proprio da un’altra galassia. E chi le insegna le metodologie agli insegnanti?”.

Qxhl: “Beh, un po’ le studiano, un po’ le discipline le hanno già in sé, molto fa il confronto con gli altri insegnanti e la conoscenza delle strategie didattiche e delle esperienze scolastiche altrui, molto fa la propria, di esperienza”.

Esperto 1: “Ah, ho capito, niente di scientifico”.

Qxhl: “Pare che funzioni, però”.

Esperto 1: “Ecco il solito soggettivismo, l’aneddotica personale. Le metodologie scientifiche sono un’altra cosa”.

Qxhl: “Cosa intendete sulla Terra per metodologie scientifiche? E poi, scusi, lei le ha mai viste applicate in una classe? Le ha mai sperimentate in prima persona? E, soprattutto, dove sono state applicate, che risultati hanno dato?”.


(è caduta la comunicazione tra la Terra e Alpha Centauri. D’altra parte, tra luoghi così distanti, è difficile mantenerla).

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