Un brevissimo apologo. Qualche anno fa, nella scuola dove mi trovavo, c’era un gruppo di professoresse in pensione che, da volontarie, insegnavano l’italiano agli studenti stranieri. Non parlavano di competenze, di obiettivi formativi, di BES o di DSA, di nuove metodologie o di nuove tecnologie, di PEI o di PTOF. Sapete che facevano? Insegnavano benissimoContinua a leggere “E se, per esempio, ci lasciassero insegnare?”
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La pena degli alchimisti: ipotesi sul canto XXIX dell’Inferno dantesco (vv.37-139)
In che senso lo studio della letteratura, oggi, ai tempi di internet, può essere ancora utile? Di fronte alla pandemia che ha sconvolto il mondo, agli atroci fatti della cronaca, alle minacce di catastrofe che si addensano sul nostro pianeta, alla corruzione dilagante, alla rovina morale del nostro Paese, soffermarsi sui tempi lunghi di autoriContinua a leggere “La pena degli alchimisti: ipotesi sul canto XXIX dell’Inferno dantesco (vv.37-139)”
Programmare in minoranza?
Non è un paradosso che vi sia una libertà di insegnamento costituzionalmente garantita e, allo stesso tempo, l’obbligo di “programmare” questo stesso insegnamento in un modo stringente deciso da altri? Come si fa ad avere libertà di insegnamento – ovviamente entro i limiti posti da alcune indicazioni nazionali – e contemporaneamente dover programmare quel lavoroContinua a leggere “Programmare in minoranza?”
Burocrazia del disagio
Alcune considerazioni a proposito di un argomento ‘caldo’ e complesso su cui esiste un dibattito molto interessante: 1) Le certificazioni DSA possono essere senz’altro uno strumento prezioso di aiuto per alcuni studenti, ma non sembra che la loro moltiplicazione, che spesso porta con sé con una connotazione marcatamente burocratica – assolvere un dovere più cheContinua a leggere “Burocrazia del disagio”
Cosa possiamo sperare
C’è un racconto di Gianrico Carofiglio, nel suo libro Passeggeri notturni, che è particolarmente interessante. Si intitola “Contagio” e ripercorre in breve la storia di Jerry Sternin, che nel 1990 fu inviato di Save the Children con il compito di tentare di risolvere il terribile problema della malnutrizione infantile in Vietnam. La situazione che SterninContinua a leggere “Cosa possiamo sperare”
La non-scuola
La ‘didattica a distanza’ è semplicemente un mezzo non adatto al suo fine, ammesso che le finalità della scuola siano ancora l’apprendimento e la crescita umana e culturale degli studenti e non la burocratica “erogazione di un servizio” generico e non precisato. Non è adatto al suo fine perché l’apprendimento, per le persone in crescita,Continua a leggere “La non-scuola”
Didattichese e didattica
“Questo libro non è solo un libro. Fa parte di un progetto per imparare tutti, nessuno escluso. E per imparare insieme, in modo cooperativo, a partire dalla realtà che ci circonda. Costruendo le competenze necessarie a essere cittadini consapevoli. Un progetto per imparare a 360°”. Che dire di questa sorta di umiliante e obbligata litania posta sulla copertina di unContinua a leggere “Didattichese e didattica”
Letture per un tempo sospeso – Tre romanzi psicoanalitici
Da molto tempo ritengo importante che gli insegnanti – ogni giorno a contatto con persone in crescita, che vivono cioè dinamiche affettive ricche e complesse – possano accostarsi a una conoscenza non superficiale della psicoanalisi e delle sue scoperte, anche come forma di apertura mentale; tuttavia, poiché gli insegnanti non sono e non possono essereContinua a leggere “Letture per un tempo sospeso – Tre romanzi psicoanalitici”
Il senno del prima
[Oggi siamo già ai rimpianti e al senno del poi: si poteva fare moltissimo, si dice, non si è fatto e oggi purtroppo non c’è alternativa alla chiusura delle scuole. Veramente oltre al senno del poi c’è anche quello del prima: le proposte riportate qui – insieme a moltissime altre anche molto più interessanti eContinua a leggere “Il senno del prima”
“Che problema c’è a chiudere?”
Se dovremo chiudere le scuole le chiuderemo ma: – Chi pensa che l’insegnante sia un semplice ripetitore di informazioni – che si possono dare indifferentemente ‘a distanza’ o in presenza – lo considera (che se ne renda conto o no) superfluo e inutile nella sua specificità di esperto di contenuti disciplinari, della trasmissione culturale eContinua a leggere ““Che problema c’è a chiudere?””